Il Vessillo

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La Presidenza Nazionale dell’Associazione Nazionale Alpini, le Sezioni e gli innumerevoli Gruppi Alpini hanno adottato, per Statuto, un simbolo che li identifica gli uni dagli altri. La Presidenza Nazionale vanta un “Labaro” a forma rettangolare, orizzontale, di colore verde, sul quale sono state poste tutte le 213 Medaglie d’Oro, di cui 191 al Valor Militare concesse individualmente ad Alpini, d’ogni grado, per il loro eccezionale  comportamento, nel corso degli eventi bellici dove la Patria li ha chiamati, 16 concesse a Reparti Alpini e 6 al Valor Civile. Anche le Sezioni impiegano un labaro simile, con la denominazione di ciascuna di esse. Ma, per convenzione, i Labari delle Sezioni sono stati denominati “Vessilli” (in verità sia le Bandiere, che i Labari, che i Gagliardetti sono tutti vessilli, secondo quanto stabilito dall’Araldica militare). Sui vessilli sezionali sono appuntate le Medaglie d’Oro al V.M., oltre ad altre eventuali al Valore Civile, di Alpini ad essa associati. Ogni Gruppo è poi rappresentato, come si sa, da un Gagliardetto con la denominazione del Gruppo stesso. Il Vessillo della Sezione A.N.A. di Verona si fregia di sei Medaglie d’Oro al V.M. Si tratta di riconoscimenti massimi attribuiti a sei Alpini veronesi, che caddero eroicamente, inquadrati in Reparti Alpini. Essi sono: Magg. Felice CHIARLE, Col. Antonio GIOPPI, S. Ten. Bruno BRUSCO, Cap. Libero VINCO, Ten. Gino FERRONI, Serg. Magg. Marcello PICCOLI. Ad essi vanno aggiunte altre due Medaglie d’Oro al V.M. di Alpini – nati altrove, ma veronesi d’adozione – decorati per atti d’eroismo connessi con la Guerra di Liberazione 1943-45: Col. Giovanni FINCATO e S. Ten. Lorenzo FAVA. Ma sono anche numerose le Medaglie al Valore conferite ad altri Alpini veronesi. Le motivazioni delle Medaglie d’Oro ed i nominativi dei decorati con Medaglia d’Argento e di Bronzo vengono menzionati, doverosamente, nella pagine seguenti. La Sezione A.N.A. di Verona vanta anche tre Medaglie d’Oro al Valor Civile, concesse per l’opera di soccorso fornita alla popolazione a seguito di calamità naturali. La prima è quella concessa a seguito del terremoto che ha colpito il Friuli nel 1976. La motivazione così recita: «Associazione di soldati della montagna in congedo, in cinquantasette anni di feconda attività ha posto in luce le nobili tradizioni delle Truppe Alpine, indirizzando la propria azione verso obiettivi di fraterna concordia, di  rispetto delle Istituzioni e di Amor di Patria. Sempre presente là dove le necessità delle genti montane o le improvvise sciagure ne richiedevano l’aiuto, ha impiegato numerosissimi suoi Soci nelle operazioni di immediato soccorso alle popolazioni colpite dal rovinoso terremoto del Friuli, mobilitandosi successivamente, tra enormi difficoltà e perigli, nell’umanissima e meritoria opera di assistenza e di ricostruzione. Gli Alpini in congedo, che nella circostanza hanno dato un contributo di sangue per alleviare le sofferenze delle comunità terremotate, si sono ancora una volta rivelati in possesso delle più elette doti di solidarietà e di generosa abnegazione, riscuotendo l’ammirazione e la gratitudine della Nazione» (maggio-settembre 1976). La seconda Medaglia fu concessa dal Ministro dell’Interno in data 29 novembre 1995, a seguito della violenta alluvione che si abbatté sul Piemonte ed Emilia Romagna nel novembre 1994 che causò vittime ed ingentissimi danni. Roma, 2 gennaio 1996. La terza è stata conferita dalla Croce Rossa Italiana, a mezzo della sua Presidentessa – Sig.ra Maria Pia Garavaglia, in data 13 aprile 2002 – per l’opera di solidarietà svolta dall’A.N.A. sia in territorio Italiano che all’estero. Inoltre vi è stato il conferimento di una Medaglia di Bronzo al Merito Civile per l’opera svolta sia in Armenia che in Valtellina.

I primi Vessilli

Poco dopo la costituzione dell’Associazione Nazionale Alpini in Milano cominciarono a nascere le Sezioni ed i Gruppi, un po’ ovunque, nel Nord Italia. Man mano, si cominciarono a vedere “in giro” degli indicativi delle une e degli altri, che venivano posti in mostra nel corso delle prime manifestazioni associative.  Si trattava – dapprima – di simbologie scelte con fantasia, dove gli unici elementi comuni erano: l’indicativo dell’A.N.A. e il colore verde smeraldino delle stoffe. Poi dopo – allorché il Direttivo Nazionale si rese conto che bisognava dare una “regolata” generale – ecco che furono date delle indicazioni al fine di uniformare il fiume di vessilli che si vedevano “in giro”. Fu stabilito che la struttura nazionale avrebbe avuto un labaro quadrato, le Sezioni un labaro anch’esse, ma che veniva chiamato “vessillo”, per distinguerli da quello nazionale. I vari Gruppi che, giorno dopo giorno, “sbocciavano” venivano caratterizzati da un gagliardetto triangolare.  Anche le Sezione di Verona si adeguò a questa normativa e si dotò di un vessillo dove,oltre al nome della città, furono appuntate le Medaglie d’Oro che erano state assegnate a qualche suo iscritto. Di conseguenza, anche i Gruppi cominciarono a dotarsi di indicativi che, soprattutto nei primi anni, non risultarono molto uniformi fra di loro. A cavallo degli anni ’20 e ’30 l’Associazione  Nazionale Alpini venne definita “ 10° Reggimento Alpini ”, in quanto quelli effettivamente esistenti erano nove. A loro volta le Sezioni divennero Battaglioni, caratterizzate dal nominativo della località dove erano dislocate. La Sezione di Verona non si chiamò Btg. Alpini “ Verona ”, poiché in effetti esisteva già un Battaglione operativo così indicato che, come ben sappiamo, era inserito nel 6° Reggimento Alpini. Il Vessillo sezionale portava, perciò, l’indicazione di Battaglione “ Monte Baldo”. I vari Gruppi Alpini, a loro volta erano denominati Compagnie, con l’indicazione della località pertinente. A seguire ne abbiamo riportati alcuni, tratti dai tanti esistenti nella sede sezionale. Il più bello e caratteristico – tra quanti visibili in Sezione, e sicuramente uno dei primi che vide la luce – è quello di Mizzole, di forma quadrata, che definire artistico è poco…