Fatti non chiacchiere… … e la nostra sede Baita di tutti gli Alpini
La nostra mastodontica Sezione sta veleggiando a gonfie vele in mare aperto, gli addetti ai lavori e tutti i responsabili sezionali, compresi i capi gruppo ne sono consapevoli, ma forse i ventitremila iscritti, che ovviamente non partecipano assiduamente, ma saltuariamente ai nostri più svariati convegni informativi, di gruppo, di zona e consiliari, stanno un po’ ai margini della continua e capillare attività degli Alpini. Anche se all’interno dei nostri gruppi l’età anagrafica inesorabilmente assottiglia le file, non viene meno quello spirito solidale, che continuamente si nutre anche con esiti talvolta inaspettati ed eccezionali. Vale la pena dunque rimarcare alcuni passaggi e risultati ottenuti, che meritano particolari considerazioni, soprattutto ora che con gli assestamenti precedentemente voluti, stanno producendo positivi sviluppi. In primis desidero ricordare l’assicurazione R.C. riservata a tutti i soci gratuitamente, a tutela di ogni incidente che potrebbe causare danni a terzi. Legata per una buona opportunità anche ad una polizza infortuni, nominativa con costi molto bassi, che rende un necessario servizio a tutti gli alpini che prestano servizio continuativo nelle baite e nell’operatività del gruppo.
La ristrutturazione operativa/burocratica delle squadre di Protezione civile che ora operano con grande serenità e consapevolezza dei propri mezzi anche finanziari. L’evoluzione importante del nostro Giornale ritornato trimestrale e totalmente cambiato nella veste e nei contenuti. Il forte investimento sezionale nel settore sportivo dove stanno arrivando grandi soddisfazioni in termini di risultati e di partecipazione, leggasi la gara nazionale tiro a segno e le “Alpiniadi” del Centenario. L’impeccabile pianificazione di convegni nazionali di grande interesse, dove la nostra Sezione ha dimostrato una maturità ed una capacità organizzativa senza pari. Non ultimo in settembre sarà Verona ad ospitare il 33° convegno IFMS Internazionale dei soldati della montagna. Ma è nella solidarietà attiva dove ci siamo dimostrati “eccellenti”: Banco alimentare e Banco Farmaceutico con coperture dell’85% da parte degli Alpini, raccolta fondi per terremotati e per varie associazioni che bussano alla nostra porta. Chiusura del progetto Rete Donna dove seppur con fatica siamo riusciti a consegnare, alle necessità dell’associazione che fa capo alla Caritas, la ristrutturazione di due appartamenti con un controvalore in termini di risparmio economico di grande rilievo.
Chiusura del progetto “Ponte sul fiume Kiri” grazie anche alla forte determinazione del gruppo di volontari che pagandosi il viaggio in Albania, hanno reso di nuovo possibile il transito per quella popolazione ancora piena di disagi non solamente economici. Per non farci mancare nulla, ora siamo alle prese con la ristrutturazione della nostra sede: la storica “Casa del Capitanio” dopo trent’anni aveva assoluto bisogno di un rinnovamento, soprattutto nella facciata e per alcune importanti infiltrazioni del tetto. Per questo gravoso impegno la fondazione Cariverona si è fatta carico di darci una grossa mano. Però non basta. Ma la “Casa del Capitanio” è la baita di ognuno di noi, e per questo, proprio perché la dobbiamo sentire nostra, si richiede una partecipazione da parte di tutti dei singoli e dei gruppi sensibili a questo progetto di lunga durata, almeno fino a quanto può durare la convenzione di comodato stipulata con il Comune di Verona.
Cari alpini e cari amici, essere presenti in questa società delle parole e delle promesse, con i fatti con creti che si realizzano, credo possa essere per tutti noi motivo di orgoglio e di appartenenza ad una Associazione che amiamo e in cui ci identifichiamo. Contribuiamo quindi, a far si che possa continuare a vivere per la memoria storica del suo passato, e perché possa continuamente progettare solidarietà per il bene comune. Per chi intende versare senza alcun obbligo il suo contributo questo è il codice iban IT 68 U 05034 11730 0000000 20967 il vostro presidente, Luciano Bertagnoli.