151° anniversario delle Truppe Alpine Cerimonie e riflessione: dobbiamo essere coesi e forti nei valori

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Solenne, imponente ed ampiamente partecipata è stata il 21 e 22 ottobre scorsi la celebrazione in Verona del 151° anniversario della nascita del Corpo degli Alpini. La ricorrenza rimanda ai primi anni del neocostituito regno d’Italia ed alla necessità allora appalesatasi di un corpo militare atto a difendere i nuovi confini alpini d’Italia; già nel 1868 il gen. Agostino Ricci aveva sostenuto che la difesa delle Alpi dovesse essere assegnata a genti della montagna; l’idea fu ripresa dal capitano Giuseppe Perrucchetti, bersagliere, nel 1871 e fatta propria dal ministro della guerra gen. Cesare Ricotti Magnani, che nella proposta d’un decreto di aumento del numero dei distretti militari inserì la creazione delle prime 15 compagnie distrettuali permanenti alpine, e con quel decreto, numero 1056, firmato a Napoli il 15 ottobre 1872 dal re d’Italia Vittorio Emanuele II, nacquero gli alpini. Da allora essi, con la loro umanità, la loro dedizione, i loro sacrifici e la loro passione nazionale, hanno lasciato il loro segno nella storia non solo militare, ma anche sociale e culturale, dell’Italia, e continuano ad imprimervelo anche oggi. Giusto quindi celebrare quell’anniversario. per la ricorrenza la Sezione ANA di Verona ha allestito nei due giorni in Piazza Bra una mostra statica di materiali, mezzi e cimeli storici, con stand dedicati a varie realtà del mondo alpino attuale, fra cui Protezione Civile con i suoi molteplici settori operativi, campi scuola giovani, filatelia, Gruppo storico, attività sportive con palestra di roccia per bambini, materiali storici del museo di Lugagnano e altro. Nella giornata di sabato 21, oltre all’inaugurazione delle mostre, all’esibizione di cori alpini dinanzi a Palazzo Barbieri ed all’accensione del tricolore, tutti eventi di grande effetto, s’è svolto un lungo incontro nel teatro Filarmonico tra il presidente nazionale Favero, il presidente sezionale Trevisan, vari studiosi competenti ed i capigruppo veronesi sul tema del “Senso di appartenenza” e delle prospettive future dell’Associazione: riflessioni quanto mai opportune nel contesto della società attuale, impoverita di valori etici e di relazioni umane autentiche, caratterizzata da ansia di profitto, solitudine e crisi d’identità, aspetti negativi che gli alpini sono chiamati a contrastare con una rinnovata opinione di se stessi ed un forte e rassicurante senso di appartenenza ad un Corpo amato, prestigioso ed affidabile. Moderatore dell’incontro è stato il generale Claudio Rondano.

Nel suo intervento d’apertura il presidente sezionale Maurizio Trevisan ha insistito sulla necessità della condivisione e del coinvolgimento tra Sezione e Gruppi, del fare squadra, evitando l’isolamento dei singoli gruppi, mettendo in atto una sinergia globale che rafforzi il senso di appartenenza ad un’unica grande famiglia. Il presidente nazionale Sebastiano Favero ha sottolineato l’importanza fondamentale dei Gruppi e del loro operare insieme, mantenendosi fedeli alle tradizioni, rafforzando i vincoli di fratellanza, promuovendo il rispetto dell’ambiente, le iniziative di solidarietà ed il volontariato gratuito; egli ha ribadito che l’ANA è associazione d’arma, ed ha comunicato che è stata avanzata al Governo una proposta di modifica di legge che consenta anche alle associazioni d’arma di rientrare tra gli enti del Terzo Settore; egli ha poi ricordato che, a termini di regolamento, aggregati e amici degli alpini non sono soci alpini, anche se hanno un grande spirito alpino, ed ha concluso sottolineando l’importanza di istituire un “servizio obbligatorio” per i giovani. Il tenente colonnello Mario Renna, scrittore e direttore di “Informazioni della Difesa”, organo pubblicistico ufficiale dello Stato Maggiore della Difesa, ha spiegato che il cappello con la penna è simbolo di appartenenza non solo ad un Corpo, ma anche ad un sistema di valori, poggiante su lealtà, idealità, condivisione, amore per il passato, obiettivi comuni e spirito di squadra. Il prof. Giuliano Bergamaschi ha approfondito il significato del senso di appartenenza, che si traduce in un uscire dal proprio ego per identificarsi con i simboli ed i significati di un gruppo, di una comunità, fuori da ogni retorica, aspirando verso l’alto, in una dimensione dove non vi sono culto del denaro, lusso, ingiustizia e spreco. In chiusura il presidente Trevisan ha tracciato una serie di concrete linee operative per il futuro associativo in sintonia con i cambiamenti in atto.

La giornata di domenica 22 ottobre è iniziata con la cerimonia del ricordo presso il Sacrario militare, introdotta e coordinata con intense considerazioni dal gen. Rondano; è seguito il corteo, l’alzabandiera in Piazza Brà, la deposizione della corona alla storica Targa del 6° Alpini, poi allocuzioni delle autorità e conferimento d’un riconoscimento alla signora Giusy senese, che con altre donne senesi ha ricamato e donato alla Sezione una nuova bandiera tricolore; è seguita la celebrazione della Santa Messa da parte del vescovo di Verona Domenico Pompili, accompagnata dal coro A.N.A “San Maurizio” di Vigasio. Il Vescovo nell’omelia ha sottolineato la generosità degli alpini, pronti ad intervenire in ogni necessità ed ha ricordato con amarezza le guerre attualmente in corso nel mondo auspicando il trionfo dello spirito di pace.