Alpini, storie di padri e soldati

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(fonte: Arena 10/03/2022)
ALPINI, STORIE DI PADRI E SOLDATI
Professori, preti, avvocati, carrettieri, contadini: chi erano gli uomini al fronte nel 1915. Luciano Bertagnoli , presidente A.N.A.: «Ricordare la guerra perché la catastrofe di oggi non si ripeta»
Storie di alpini al fronte nella Grande guerra, storie di uomini tra le montagne con il battaglione Val d’Adige. Storici, professori di filosofia, avvocati e contadini, falegnami, carrettieri, preti e manovali: tutti in prima linea sui monti veneti che facevano da confine e coinvolti pure nella battaglia di Caporetto del 1917. Tra loro anche il patriota e irredentista trentino Cesare Battisti, che dal novembre 1915 al febbraio 1916 fu in forza a questo battaglione alpino.
Tra loro anche fotografi appassionati, come il cappellano don Silvio Aldrighetti nativo di Arcè di Pescantina, che con l’obiettivo immortalò vari momenti sul monte Baldo tra il 1915 e l’inizio dell’anno successivo, oppure il sergente Paolo Bettini di Bologna, tra le cui foto esposte al Museo civico bolognese del Risorgimento ci sono pure quelle che ritraggono esercitazioni, paesaggi e compagni di questo battaglione.
Tra loro ufficiali e soldati semplici, ma uomini alla pari. Pronti a combattere e morire, ma anche divorati dalla nostalgia di casa.
Tra loro come cappellano anche don Giovanni Giorgis, sacerdote piemontese che poi fu vescovo di Fiesole dal 1937 al ’54, decorato con medaglia di bronzo al valor militare.
Pulsa di vita, ideali, memorie ed episodi poco conosciuti il libro “Il battaglione Val d’Adige nella prima guerra mondiale” con storie e foto inedite di giovani alpini veronesi. Frutto di una lunga ricerca condotta dal Centro Studi dell’A.N.A. Verona e coordinata da Luca Antonioli, è il primo di tre volumi dedicati alla storia dei battaglioni alpini a reclutamento veronese nella Prima guerra mondiale e viene presentato sabato a Rivoli. Dopo il Val d’Adige, toccherà al Battaglione Monte Baldo e per ultimo al Battaglione Verona.
Il libro sarà acquistabile nell’ambito dell’evento oppure successivamente nella sede dell’A.N.A. Verona in via del Pontiere 1.
Nomi, gesta, volti emergono con forza e umanità dalla ricerca di Antonioli, che li ha recuperati incrociando dati rinvenuti in fascicoli militari, elenchi vari, documenti dell’Archivio di stato di Verona e di una ventina di altre province.
Arrivano diritti al cuore del lettore, corredati di immagini evocative. Si passa dagli ufficiali caduti in combattimenti ai decorati con le medaglie, fino a quelli di cui si perdette ogni traccia e a casa non ci tornarono neppure da morti. «Il valore aggiunto di questo lavoro sono proprio le storie delle persone», spiega Antonioli. «Alcuni di loro, ormai, erano solo nomi riportati sui monumenti ai caduti». Ora, invece, c’è di più da sapere e ricordare: da dove venivano, cosa facevano prima di diventare soldati, da chi desideravano tornare.
«Non mi sono limitato ai ruoli matricolari o alle informazioni ufficiali», conclude il curatore del libro, «ma ho cercato di comporre dei ritratti».

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